Il Torneo di Judo visto da Greta Poser

Siamo ormai tutti pronti per questi due giorni di gara.  Una gara che a me sta particolarmente a cuore per averla vissuta fin da giovanissima,  a partire dagli spalti per arrivare al gradino più alto del podio.

Mi ricordo che da piccola vedevo tutti quelli più grandi di me correre indaffarati a preparare un pò di tutto. C’era  chi spostava tatami, chi appendeva manifesti, chi pensava alle bilance e chi al bar. Mi sembrava di essere nel mezzo di un’ enorme famiglia in preparazione per una grande festa, ricordo tutti i giorni di attesa e di impegno, ricordo che vedevo tantissima gente sconosciuta e certe persone non parlavano nemmeno la mia lingua. Alcuni erano bianchi, alcuni neri, alcuni biondi altri mori e qualcuno i capelli proprio non li aveva. Di gente diversa da me ce n’era tantissima, l’unica cosa che li accomunava era il loro judogi bianco candido.

Per me erano giornate stupende piene di emozioni, di scoperte e di festa. Crescendo ho iniziato io stessa a partecipare alle gare, mettendomi così alla prova. Ho iniziato a conoscere un mondo nuovo, a girare per le regioni d’ Italia ed in  Europa. Ho così finalmente capito il senso di quella grande festa, ho capito perché tutti si indaffaravano tanto e lo scopo di tutto ciò..  Ho capito l’aria che si respirava e le emozioni che si vivevano.. Ho capito cosa significa mettersi in gioco dopo ore ed ore di fatica e allenamento, cosa vuol dire mettersi alla prova per vedere se migliori cercando i tuoi sogni.. Ho capito finalmente cosa significa vivere una gara cosi importante.

Auguro quindi a tutti i partecipanti una felice competizione. La auguro a chi viene da lontano ed a chi come me ama sentire il tatami ruvido e freddo sotto i piedi, a chi ama sentire il judogi stretto nei pugni, ed a chi non ha paura di mettersi alla prova. Auguro una buona gara a chi accetta le sfide ed a chi ha il coraggio di guardare fisso negli occhi  l’avversario facendo un passo in avanti. Buona gara a tutti coloro che hanno rispetto ed a chi che ha saputo  rinunciare a qualche dolce, a chi ha le labbra secche, ed a chi ama l’equilibrio.  Buona gara a chi non teme il dolore ed a chi è spericolato, a chi ha grinta ed a chi indossa la propria cintura con orgoglio.

Auguri a chi sa che una gara persa non è uno scandalo ma un motivo in più per lavorare con maggiore intensità. Auguro in particolare una buona gara a chi ama il nostro sport, a chi si è preparato con fatica e sacrificio nella propria palestra ed anche a chi starà seduto sulle sedie a bordo tatami, non tanto per portare al collo una medaglia ma per farla conquistare a chi tanto pazientemente ha cresciuto..

Saranno due giorni di lacrime e di sorrisi, di dolori e di sfide, di sogni e sudore, di risate, amicizia e grandi valori.. Chi vincerà guadagnerà qualcosa in più, come esperienza, autostima, valore e gioia.. Chi perderà, dovrà essere ancor migliore del vincitore, per trovare la forza di rialzarsi cercando di imparare dai propri errori, in un aperto confronto con se stesso ed il suo insegnante..

E’ forte davvero chi non molla mai davanti a un sogno e sono sicura che di gente così ce ne sarà tanta nei due giorni di gara.   Fra tutti ci sarò anch’io, mi metterò ancora una volta alla prova per crescere, visto che alla fine non partecipo alle competizioni solo per il risultato, ma lo faccio perché questa è la mia gioia, perché amo la tensione ed i muscoli tesi prima della competizione, amo avere un obiettivo fisso nella mia testa e provare a raggiungerlo a tutti i costi, sfidando pure il mio corpo. Amo stare scalza e guardare negli occhi il mio allenatore per capire se crede in me. Amo sentire che sul tatami siamo in due a batterci lealmente, amo quell’istante in cui il tuo avversario ha entrambi i piedi staccati da terra e ti accorgi che ce la puoi fare. Amo avvertire il controllo della situazione ed il momento in cui tutto è nelle tue mani rendendo ogni cosa possibile.. Amo rendermi conto di aver fatto la cosa giusta al momento giusto e con la forza giusta, cogliendo di sorpresa il tuo avversario ed a volte anche me stessa. Quel tempismo, quell’azione improvvisa, dove tutto è talmente giusto e perfetto che non serve nemmeno una gran forza, tanto da rendere  all’improvviso tutto infinitamente leggero.. Quel momento in cui il tuo avversario è schiena a terra e devi tenerlo immobilizzato a costo di perderti le unghie, quando conti a testa bassa, sottovoce  e ad ogni secondo stringi sempre di più la presa anche se di forze ormai non ce ne sono più, aspettando il “gong” finale. Ogni secondo è un misto tra la paura di perder la presa ricominciando così l’incontro ed  il sapore di una vittoria sempre più vicina.. Venti lunghissimi secondi durante i quali  non avverti alcun dolore e  devi solo trovare l’energia in te stessa  pensando: “fai quello che vuoi ma io non ti mollo”..

E’ per tutto questo che continuo ad allenarmi e ad accettare nuove sfide da quando avevo quattro anni ed  è  per questo che nonostante le tante “batoste” che ho preso non mollo,  inseguendo il mio sogno come  i tanti atleti che affolleranno anche quest’anno il nostro Torneo.

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